Profilo Bio-Bibliografico

Roberta Carpani è Professore Associato di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; si è occupata di ricerche storiche sul teatro, la teatralità e la festa in Lombardia nel periodo spagnolo ed austriaco e sul teatro del Novecento. Fra le sue pubblicazioni Drammaturgia del comico. I libretti per musica di Carlo Maria Maggi nei “theatri di Lombardia”, Milano 1998; Scritture in festa. Studi sul teatro tra Seicento e Settecento, Pisa – Roma 2008; con Danilo Zardin e Annamaria Cascetta ha curato La cultura della rappresentazione nella Milano del Settecento. Discontinuità e permanenze , Roma 2010, 2 voll.); Le feste e la città in età moderna. Culture, drammaturgie e comunità a Milano nel primo Seicento, Milano 2020. Nel 2010 ha curato una mostra iconografica e documentaria sul teatro del Settecento a Milano, presso la Pinacoteca Ambrosiana (catalogo pubblicato nella rivista “Studia Borromaica”); nel 2019 ha curato, con Alessia Alberti e Roberta Ferro, una mostra sull’Arco di Durer per Massimiliano I d’Asburgo, presso la Biblioteca Braidense di Milano (catalogo pubblicato da Officina Libraria). E’ Direttore del CIT – Centro di Cultura e iniziativa teatrale “Mario Apollonio” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2011 è accademica della Accademia Ambrosiana, Classe di Studi Borromaici, istituita presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano.

ABSTRACT

Immagine della regalità sulla scena dell’incoronazione

L’incoronazione regale milanese del 1805, insieme a quella imperiale di Parigi dell’anno precedente, fu un momento apicale della comunicazione politica di Napoleone, realizzata nelle forme della cerimonia e della ritualità. In essa i linguaggi della rappresentazione, l’uso dello spazio urbano e dello spazio interno dell’edificio sacro, la partitura rigorosa delle azioni dei diversi soggetti, la scansione ritmica, uditiva e musicale, gli oggetti e i simboli intrecciati, furono composti in una drammaturgia della regalità che era rivolta alle diverse cerchie di fruitori e spettatori, secondo una stratificazione di crescente complessità che corrispondeva ai molteplici codici espressivi messi in campo. La cerimonia si propone come una summa entro la quale leggere i tratti distintivi dell’identità regale che Napoleone voleva affermare accanto al profilo imperiale che fu oggetto dell’incoronazione parigina. Nel quadro dell’attenzione rigorosa di controllo e censura rivolta a tutta la vita culturale, che contraddistinse la sua azione politica, Bonaparte e i suoi ministri, incaricati di ideare e organizzare la cerimonia milanese, coinvolsero i più importanti artisti del momento per definire un’occasione che era sia celebrativa sia progettuale. La novità del progetto politico di Bonaparte emerge dagli elementi di raffronto con alcune precedenti occasioni cerimoniali delle dinastie europee: nella prospettiva comparativa, la composizione rituale e performativa delle cerimonie politiche evidenzia i segni che rinviano alle cesure storiche, determinate dalla fase tumultuosa di ridefinizione degli organismi statuali e dei sistemi di potere in Europa, che vide protagonista Napoleone.