Profilo Bio-Bibliografico

Luca Montagner sta conseguendo il dottorato di ricerca sotto la guida del Prof. Edoardo Barbieri presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dedicandosi allo studio del periodo napoleonico della Biblioteca Nazionale Braidense (1796-1815). Ha all’attivo diverse pubblicazioni dedicate al mondo dell’antiquariato e del collezionismo librario, di cui si ricordano in particolare le monografie L’antiquariato Hoepli. Una prima ricognizione tra i documenti e i cataloghi (Milano, EduCatt, 2017) e Beniamino Burstein. Libraio e intellettuale a Lugano (Lugano, Biblioteca cantonale, 2019). Nell’autunno del 2019 ha curato una mostra monografica dedicata ai cataloghi Hoepli presso la Biblioteca civica di Fermo. Dal 2019 è a capo del progetto di riordino e valorizzazione del patrimonio librario conservato presso la Biblioteca diocesana di Lugano, ricoprendo dal dicembre 2020 la funzione di Bibliotecario diocesano.

ABSTRACT

Se i primi anni di storia della Biblioteca Nazionale Braidense sono già stati oggetto di numerosi studi, soprattutto grazie al prezioso fondo documentario teresiano conservato all’Archivio di Stato di Milano, il secondo importante periodo di attività di questa istituzione culturale, che viene definito “periodo francese”, è ancora tutto da scoprire. Il ventennio in questione (1796-1815) si può dividere in due periodi ben distinti: quello antecedente al 1799 e quello successivo alla breve parentesi governativa austriaca. Il primo è caratterizzato, in particolare, da soppressioni e spoliazioni, che toccarono anche il patrimonio librario di Brera, a differenza del secondo periodo, dove l’incremento di volumi in Biblioteca fu considerevole. Altro interessante argomento riguarda i rapporti ufficiali tra la direzione dell’istituto e gli organi di governo napoleonici, tassello fondamentale per comprendere le dinamiche della gestione corrente della Braidense. Si può affermare, infatti, che nonostante il regolare controllo francese, la Biblioteca godette di una sua autonomia sufficientemente garantita, riuscendo a instaurare un prolifico e vantaggioso rapporto di collaborazione e scambio con gli uffici amministrativi. Se con l’arrivo dei francesi in Italia la sorte di diverse istituzioni statali e religiose fu nefasta, non si può ugualmente affermare per Milano, che beneficiò notevolmente del suo ruolo di capitale delle dominazioni napoleoniche italiane. E da questo status privilegiato anche la Braidense trasse vantaggio, guadagnando prestigio nazionale e internazionale.